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il dietro le quinte della Matterhorn Cervino Speed Opening

La Matterhorn Cervino Speed Opening non ha rappresentato solo un evento sportivo di livello internazionale, ma anche un’occasione per la casa produttrice svizzera Filmgerberei di girare l’entusiasmante documentario «Aiming High – a race against the limits». In questa intervista, i registi Alun Meyerhans e Flavio Gerber ci raccontano come è nato il film e le esperienze vissute durante le riprese.   

Philipp Wälchli

23 settembre 2024 . Tempo di lettura: 4 minuti

Alun Meyerhans e Flavio Gerber, le menti del progetto, raccontano alcuni interessanti aneddoti, nonché le sfide affrontate per la realizzazione di «Aiming High». 

Quando e in che modo è nata la passione per i film e il cinema? 

Alun: Il mio esordio cinematografico riguarda il mondo della danza, disciplina che amavo fin da bambino. Filmare la danza era ancora più emozionante, poiché mi permetteva di creare qualcosa di completamente nuovo, qualcosa di estremamente affascinante.  

Flavio: Storie, battute e colpi di scena sono da sempre il mio forte. Le mie prime esperienze furono sui palcoscenici, ma fu mio fratello a stregarmi con il mondo del cinema. Lui praticamente è nato con la cinepresa in mano e aveva bisogno di qualcuno che lo producesse e creasse storie.  

Che cosa vi ha spinto a documentare la Matterhorn Cervino Speed Opening?  

Flavio: Fu lo spirito pionieristico e l’interesse intrinseco per il mondo dello sci: che cosa c’è dietro una gara di questo tipo? Qual è il ruolo degli atleti? Il duro lavoro ripaga? Qual è il livello da raggiungere? Per noi, la gara rappresentava l’accesso a un mondo completamente sconosciuto e impenetrabile. 

Come è stata sviluppata l’idea originaria durante le riprese? 

Flavio: È stato un caso esemplare di curva drammatica riflessa orizzontalmente. Le cose si sono semplicemente sgretolate, sia nel 2022 che nel 2023. È come per i miei bitcoin: una grande occasione che svanisce nel nulla. Ma si può fare spettacolo anche quando le cose si mettono male! 

 

Alun: L’idea alla base, ossia seguire la preparazione della gara a tutti i livelli, rimase invariata. Tuttavia, fino all’ultimo secondo, non sapevamo se avremmo raccontato la storia di un fallimento o di un successo. Avevamo un numero incredibile di opzioni per raccontare la storia e dovevamo assicurarci di poter cogliere tutte le voci. 

Quali sono i punti salienti del film e quali sono state le principali sfide?  

Alun: Essere così vicini, mostrare il dietro le quinte e conoscere gli atleti è stato davvero entusiasmante. Così come vedere i rischi che corrono indossando una divisa così sottile. La sfida maggiore fu sicuramente girare a tali altitudini. Faceva freddo, c’era vento, dovevamo essere rapidi nei movimenti, decidere in fretta e, allo stesso tempo, realizzare immagini di qualità. 

Flavio: Trascorrere una giornata intera con i responsabili della FIS, vederli agitati prima della cancellazione dell’ultima discesa ed essere presenti a tutte le decisioni è stato impagabile. Trattenere le emozioni in quei momenti e continuare a riprendere è stata sicuramente una sfida enorme e una negoziazione continua con tutte le parti coinvolte. Poterlo vivere da vicino è stato possibile proprio grazie alla fiducia che abbiamo costruito nei due anni. 

Ci sono scene o momenti del film che vi hanno toccato particolarmente? 

Alun: Indipendentemente dal fatto che Franz Julen possa piacere o meno, vederlo lottare per questo progetto, affrontare le critiche e andare oltre, per poi vederlo piangere alla fine, è stato commovente. 

Flavio: Vedere l’organizzatore della gara con gli occhi lucidi e senza parole mi ha toccato molto. Soprattutto dopo aver trascorso così tanto tempo insieme. Anche trovarsi in macchina con Aleksander Aamodt Kilde ad ascoltare musica hip-hop è stato un momento davvero intimo. 

Chi volete raggiungere con questo film e che cosa sperate possa cogliere il pubblico? 

Flavio: Abbiamo sempre pensato a un film per tutti, non solo per gli appassionati di sci. Per noi era importante cercare di avvicinare un ampio e sofisticato pubblico al mondo dello sci e raccontarne il dietro le quinte. Molti di noi amano gli sport invernali, ma, al contempo, ci sentiamo in colpa quando ci troviamo nella funivia o guardiamo una discesa in TV. Volevamo tematizzare e mostrare questo conflitto interiore. 

Alun: Il film mette in evidenza i diversi aspetti di un evento outdoor di questo tipo e offre le basi per una discussione circa il suo senso. Mostra le diverse sfaccettature e, dunque, si rivolge a un pubblico ampio. 

Sunrise ha sostenuto finanziariamente il progetto. Com’è stata questa collaborazione? 

Flavio: Quando abbiamo presentato l’idea tre anni fa, siamo stati accolti con scetticismo. Ma abbiamo incontrato persone appassionate di sci che hanno colto la nostra voglia di raccontare grandi storie. Ed è così che ci siamo trovati. Dopo un secondo incontro, il gioco era fatto e abbiamo potuto iniziare a lavorare alla storia. La collaborazione si è basata su una grande fiducia reciproca. Ne siamo enormemente grati e proprio per questo abbiamo raggiunto il grande schermo. 

Alun: La collaborazione è stata fenomenale! Ci hanno concesso piena libertà e fiducia. Un grande ringraziamento va a Urs Wenger di Sunrise, il suo supporto, la sua energia e il suo impegno ci hanno aiutato enormemente e hanno reso possibile gli incontri con tutti gli atleti. 

Avete già altri progetti o idee per il futuro? 

Flavio: Dopo il tennis e lo sci, l’unico sport che possiamo prendere in considerazione è il dressage! Abbiamo già avuto esperienze con la danza, ma di animali non ne sappiamo davvero nulla. È una sfida! Scherzi a parte, le idee sicuramente non mancano, ma non abbiamo nulla di definito. 

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INFOBOX FILM

Le riprese hanno seguito il comitato organizzativo locale della Matterhorn Cervino Speed Opening per due anni. È nato un documentario di 90 minuti riguardo ai momenti più difficili vissuti dagli organizzatori in questo emozionante e altalenante viaggio: per mancanza di neve, maltempo e venti forti, le stagioni 2022/2023 e 2023/2024 sono state cancellate. Il film si sofferma anche sulle entusiasmanti storie degli atleti della coppa del mondo come Marco Odermatt, Aleksander Aamodt Kilde, Lara Gut-Behrami, Corinne Suter e Jasmine Flury. Le telecamere hanno immortalato gli atleti durante i pre-gara, le apparizioni pubbliche, i momenti privati e gli incontri con i fan. Centrale nel film, il recupero di Mauro Caviezel dopo la grave commozione cerebrale e il successivo ritiro dallo sport professionistico. Il progetto è stato realizzato da Filmgerberei in collaborazione con MySports e Sunrise. 

 

La prima assoluta si terrà in occasione del Zurich Film Festival, poi il film verrà proiettato nelle sale nelle date riportate di seguito; mentre dal 20.10.2024 sarà disponibile su One+. 

 

Venerdì, 04.10.2024, ore 18:00, cinema Corso, sala 1, Zurigo 

Domenica, 06.10.2024, ore 18:00, cinema Arena, sala 3, Zurigo 

Lunedì, 07.10.2024, ore 18:15, cinema Arena, sala 4, Zurigo 

Flavio Gerber – Regista

 

Nel 2008, Flavio Gerber e il fratello Silvio hanno fondato la casa di produzione cinematografica Filmgerberei GmbH. Flavio Gerber ha realizzato documentari, film, video aziendali e pubblicità in veste di produttore e regista. Il corto «AlaKachuu – Take and Run» fu nominato agli Oscar nel 2022, mentre il documentario «Roger Federer – The Reunion», in collaborazione con Alun Meyerhans, è disponibile su Netflix dal 2023. Nel 2019 ha ricevuto l’Edi d’oro per il video aziendale della Zürcher Kantonalbank sugli apprendistati commerciali. 

Alun Meyerhans – Regista

 

La creatività di Alun Meyerhans si distingue per il sapiente mix tra formati analogici e digitali. Dopo aver conseguito il diploma presso la ZHdK nel 2016, che lo portò a vincere il premio «Student of the Year» di ADC, nel 2021 è stato ammesso come Young Professional presso ADC Switzerland. Dal 2019 lavora come regista presso Filmgerberei e il suo ultimo documentario in collaborazione con Flavio Gerber, «Roger Federer – The Reunion», è nel catalogo Netflix dal 2023. 

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